domenica 29 luglio 2012

I colori dell'autunno


Bellissime scene autunnali accompagnate dalle note della Gymnopedie No.1 di Erik Satie

martedì 10 luglio 2012

Il diritto alla pigrizia - Paul Lafargue



Paul Lafargue, rivoluzionario, giornalista, scrittore, saggista e critico letterario francese, di ispirazione comunista, nonchè genero di Karl Marx (sposò la figlia di Marx, Laura), scriveva nelle pagine de "Il diritto alla pigrizia" un durissimo attacco all'ideologia del lavoro, vista come una forma di schiavitù, e di conseguenza un attacco anche al capitalismo, generatore di forme di schiavitù sociali:

"Una strana follia possiede le classi operaie delle nazioni dove regna la civiltà capitalista. Questa follia trascina al suo seguito miserie individuali e sociali che da secoli torturano la triste umanità. Questa follia è l'amore per il lavoro, la passione nociva del lavoro, spinta fino all'esaurimento delle forze vitali dell'individuo e della sua progenie . Invece di reagire contro questa aberrazione mentale i preti, gli economisti, i moralisti, hanno sacro-santificato il lavoro. Uomini ciechi e ottusi, hanno voluto essere più saggi del loro Dio, uomini deboli e spregevoli hanno voluto riabilitare ciò che il loro Dio aveva maledetto. Io che non mi proclamo cristiano, economo e morale , rimetto il loro giudizio a quello del loro Dio, le prediche della loro morale religiosa, economica, di liberi pensatori, le rimetto alle conseguenze spaventose del lavoro nella società capitalista."

E ancora afferma:

"Lavorate , lavorate proletari per accrescere la ricchezza sociale e le vostre miserie individuali. Lavorate, lavorate, perché diventando più poveri avrete più ragioni per lavorare e per essere miserabili. Questa è la legge inesorabile della produzione capitalista. Perché, prestando orecchio alle fallaci parole degli economisti, i proletari si sono consegnati corpo e anima al vizio del lavoro, facendo precipitare la società intera nelle crisi industriali della sovrapproduzione che sconvolgono
l'organismo sociale . Allora visto che c'è sovrabbondanza di merci e penuria di acquirenti, le officine si fermano e la fame sferza la popolazione operaia con la sua frusta dai mille lacci. I proletari, abbrutiti dal dogma del lavoro, non capiscono che il superlavoro che si sono inflitti durante il periodo di pretesa prosperità è la causa della loro miseria attuale."

"Invece di approfittare dei momenti di crisi per una ridistribuzione generale de i prodotti e il benessere universale, gli operai morendo di fame, se ne vanno a sbattere la testa sulle porte delle officine . Con figure smunte, corpi smagriti, discorsi pietosi, essi assillano i fabbricanti: "Buon signor Chagot, dolce signor Schneider, dateci del lavoro, non è la fame , ma la passione del lavoro che ci tormenta!" E questi miserabili, che hanno a mala pena la forza di tenersi in piedi, vendono dodici o quattordici ore di lavoro due volte meno care di quando avevano il pane sulla tavola. Ed i filantropi dell'industria approfittano della disoccupazione per fabbricare a migliore mercato."

Secondo il genero di Marx i “diritti dell’ozio” devono essere considerati piú sacri dei “Diritti dell’uomo”. Essi impongono di non lavorare piú di tre ore al giorno. Quando si raggiungerà questo risultato, allora finalmente lavorare sarà un piacere. Con l’aiuto delle macchine moderne ciò è diventato possibile, ma i dogmi del capitalismo ci impongono di lavorare per guadagnare e consumare, e non permettono agli individui di avere il tempo libero per esprimere al meglio le loro passioni o attitudini.
Il capitalismo è quel mostro che ha generato benefici per pochi, in cambio di briciole di progresso effimero destinate alla massa proletaria. 
Le briciole dorate, offerte dai capitalisti affamati di profitto, non valgono quanto il tempo di una vita perso a lavorare.


Le cose che possiedi alla fine ti possiedono


Il distacco dalle cose che si possiedono si impara con il tempo, quando si capisce che tutto, prima o poi, è destinato a perire. E meno ci si attacca alle cose, più si tiene alle persone.
Esiste solo una cosa che conta più del denaro, del lavoro, degli oggetti che compriamo: il TEMPO, l'unica cosa che una volta "spesa" non viene più restituita.

Badate sempre, quindi, a come spendete il vostro TEMPO.

Mark Boyle - l'uomo che vive senza denaro


Mark Boyle è un ragazzo inglese che da più di due anni (da novembre 2008 per la precisione) ha deciso di vivere SENZA DENARO e ci riesce benissimo, soddisfando tutti i suoi bisogni primari.
E' nominato the no money man.
Mark Boyle è un ex imprenditore del ramo dell’agricoltura biologica, laureato in economia e convinto sostenitore della stretta connessione tra felicità e rispetto dell’ambiente.
La sua esperienza lo ha portato due anni fa a decidere di liberarsi dal problema dei soldi, spiegando come della sua vecchia vita non gli manchino lo stress, le bollette e i conti da pagare.
Vegetariano già da sei anni, si nutre ora delle piante che coltiva, produce elettricità con un pannello solare, ha un telefono cellulare che utilizza solo per ricevere chiamate ed un notebook che si alimenta ad energia solare.
Tutto è iniziato in un pub, dice Boyle: "Il mio amico ed io stavamo parlando di tutti i problemi del mondo come ad esempio lo sfruttamento della manodopera, la distruzione ambientale, gli allevamenti industriali, la sperimentazione sugli animali e le guerre per le risorse energetiche. Ho capito che erano tutti, in un modo o nell’altro, collegati al denaro. Ho deciso quindi di rinunciare ai soldi. Ho venduto la mia casa galleggiante a Bristol e ho lasciato il mio lavoro in una società di prodotti alimentari biologici".
Se ci pensate il DENARO dovrebbe essere un mezzo per facilitare i nostri scambi di beni\servizi nella vita di tutti i giorni: spostarsi dal punto A al punto B, comprarsi da mangiare, trovare un tetto sotto cui dormire.
Avere il DENARO per soddisfare questi bisogni primari comporta avere UN LAVORO (raro da trovare e da mantenere di questi tempi) che a sua volta obbliga l'individuo a privarsi di 8-10 ore della sua vita (1/3 della sua giornata almeno) e dedicarle allo svolgimento di una mansione. Ha senso?

La danza dei ventagli

lunedì 9 luglio 2012

Simone Perotti e il downshifting



Vievere una vita più autentica, fare Downshifting, scalare marcia, abbandonare quel che non ha senso e vivere, ora, gli anni migliori. Non importa cosa, non importa come. Avere un sogno, perseguirlo per anni, e realizzarlo per poterselo godere. Cambiare vita si piò. Adesso Basta.

Simone Perotti


L'ozio del micio


Poter stare in ozio vale quanto essere potenti.
Su Tung Po

Kafka insegna:



L'ozio è il principio di tutti i vizi e il coronamento di tutte le virtù.

Franz Kafka, Diari, 1910/23